Gerald ricorda i momenti delle esplosioni e delle donne che piangevano, momenti dove non c’era mai il tempo per prepararsi. Sembra arrabbiato all’inizio del colloquio, lui ora si sente salvo, la tristezza e la stanchezza spariscono al solo piacere di essere qui oggi. Ci racconta il suo migrare dal Camerun a Lampedusa, dove è bastato un po’ di coraggio per tutto il viaggio nel deserto. Descrive elementi precisi e memorie in dettaglio, di droghe e armi, di un furgone chiuso, di una barca con centoventi persone, tra cui donne e bambini. Racconta degli spari davanti al mare, del mare calmo senza fine e di una luce nella notte, del rumore del motore e nessuno che piangeva, di vomiti e pianti e di pirati-scafisti che urlavano mentre gli altri sentivano altri calpestare i piedi, qualcuno cadeva in acqua e solo alla fine una nave di soccorso e una lingua strana: “Siete salvi. Siete arrivati in Italia”. Dopo le parole così precise di Gerald, non possiamo che starcene in silenzio per un po’ e ringraziarlo per questa orazione. Lo abbiamo ascoltati a bocca aperta, a guardarlo bene sembra il fratello di Will Smith in Sei gradi di separazione. Un talento narrativo incredibile e raro. Un incontro prezioso. Ci siamo ripromessi di rincontrarlo per ascoltarsi ancora.
LA TRAVERSATA
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